Borsa Diamanti d'Italia - diamanti, sintetici, diamanti sintetici, impatto commerciale

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Relazione del Presidente Luigi Cosma sul tema diamanti sintetici: impatto commerciale

03 Ottobre 2018

L'impatto commerciale che hanno i diamanti sintetici nel nostro mercato: scelta economica o etica?  

Che impatto commerciale hanno i diamanti sintetici nel nostro mercato? Sono una scelta economica o etica? 

Se andiamo a vedere quale è il target del sintetico capiamo che è indirizzato soprattutto ai giovani. E poiché i giovani prendono in gran parte le informazioni da internet è sufficiente fare del web- tourism per rendersi conto che il mercato del sintetico cerca di fare leva su temi specifici che possano attirare la loro sensibilità. E lo si fa speculando su determinati argomenti diffondendo notizie a volte distorte o esasperate a vantaggio dei diamanti sintetici.
Le informazioni accessibili fanno si che si percepisca il sintetico come un’alternativa eco- compatibile ai diamanti naturali.
Si diffonde la notizia sul costo ambientale di un diamante naturale ma non si parla minimamente di quello sintetico.
Si strumentalizza l’era prima del Kimberly Process, con immagini storiche ad alto impatto, per associare il pensiero equo solidale al processo produttivo sintetico
L’informazione deve essere più obiettiva e arrivare ai giovani che sono i più sensibili al tema dell’ambiente e dei diritti umani e costituiscono la fascia target di mercato dei diamanti fatti in laboratorio.

Queste pietre fatte in laboratorio possono costituire una minaccia per i diamanti naturali?

Secondo i dati pubblicati recentemente la produzione globale di diamanti attuale è di circa 87 miliardi di dollari di cui solo il 2% è rappresentato dai diamanti sintetici. Quindi si può ritenere che allo stato attuale non siano una minaccia.

Sono però necessarie delle azioni da parte nostra per sostenere il diamante naturale.

Innanzitutto dichiarare sempre all’acquirente la natura del diamante nel caso sia sintetico trattato. Come entrarono nel mercato qualche anno fa ci si è subito chiesti se queste pietre potessero costituire un problema o meno per i diamanti naturali. Il vero e unico problema è che possono essere venduti o mescolati nei lotti insieme ai naturali senza dichiararlo. Di conseguenza bisogna prestare la massima attenzione ai fornitori dai quali ci si approvvigiona.
Nel caso ci siano dei dubbi sulla natura del diamante bisogna ricorrere a laboratori specializzati. Oggi la tecnologia è in grado di individuare in modo chiaro se i diamanti sono di provenienza naturale o artificiale.
Dobbiamo attenerci alle linee guida per la terminologia dei diamanti emanate dalle organizzazioni a capo del settore tra le quali la WFDB (tra le altre l’AWC, CIBJO, DPA, IDMA,WDC, IDE e USJC) e seguire le definizioni accettate a livello internazionale utilizzate dall’Organizzazione Internazionale per gli Standard 18323 e dal Blue Book della CIBJO e questo deve essere fatto da tutti gli operatori in tutti gli step della filiera, dal produttore di grezzo al negoziante.
Proteggere il consumatore deve essere un principio a base del nostro agire.
Il consumatore che scopre di aver comprato dei diamanti sintetici al posto di naturali non comprerà mai più dei gioielli con diamanti per tutta la sua vita.
Dobbiamo tutti operare con la massima professionalità per dimostrare integrità e trasparenza.
Il settore del diamante è soggetto a regole severe e rigide.
Per esempio, I soci borsa Italiana o estera affiliata alla WFDB devono attenersi a rispettare le regole stabilite dalla stessa WFDB.
Non c’è nessun tipo di tolleranza per una condotta illecita come quella di mescolare diamanti sintetici insieme a quelli naturali nei lotti o di vendere consapevolmente un diamante sintetico per naturale. I membri che compiono tale frode verranno radiati dalla borsa di appartenenza e segnalati a tutte le borse affiliate alla Federazione Mondiale e inoltre perseguiti per attività fraudolenta.
È importante in questa direzione sostenere e diffondere il Kimberly Process che è l’accordo nato nel 2000 per la certificazione dei diamanti volto a garantire che i profitti ricavati dal commercio dei diamanti non vengano utilizzati per finanziare guerre civili. Di conseguenza i commercianti devono essere in grado di garantire l’intera filiera. La tracciabilità del prodotto fa parte di un programma etico e responsabile.
Informare che l’estrazione dei diamanti naturali è per paesi come l’Africa fonte di reddito e sostentamento per milioni di famiglie. E come si dice: I diamanti naturali portano il cibo sulle tavole.
Cercare di investire nel marketing come hanno fatto negli Stati Uniti, in Cina ed India dove i diamanti lab-grown sono stati contrastati dalla campagna pubblicitaria Real is Rare che ha avuto un ottimo riscontro. I diamanti creati in laboratorio sono facilmente reperibili poiché sono il frutto di un prodotto fatto in fabbrica nel giro di qualche mese o settimana.
Nonostante possano sembrare uguali e avere caratteristiche fisiche simili ai naturali sono un prodotto molto differente.
Trasmettere il valore del diamante legato alla sua naturalezza, alla sua storia, rarità ed unicità. I diamanti naturali si sono formati all’interno della crosta terrestre centinaia di milioni di anni fa.
Di conseguenza la disponibilità limitata dei diamanti naturali li rende rari, preziosi e quindi seducenti. Invece i diamanti sintetici non hanno nessuna storia romantica da raccontare a differenza dei naturali.
Inoltre i sintetici hanno un valore intrinseco molto basso se non addirittura insignificante.
I costi di produzione scendono continuamente e questo significa che la stessa pietra può essere prodotta un anno dopo ad un costo inferiore.
Lo stesso principio per cui una televisione oggi viene comprata a 500 euro e il prossimo anno si potrà trovare a 350 euro vale per i sintetici.
Dire che impatto avranno sul consumatore in Italia o all’estero è ancora presto.
Le opinioni degli operatori nella catena produttiva-commerciale sono diverse.
Per alcuni i diamanti sintetici potrebbero sortire un effetto boomerang positivo a vantaggio dei naturali per altri invece potrebbero essere un problema per il settore e creare un’ulteriore confusione per il consumatore. E questo sarebbe un danno per il settore.

Oppure a mio parere sarà un prodotto a disposizione per alcune gioiellerie ma rappresenterà sempre una piccola parte dell’intero mercato.

Per concludere possiamo fare delle considerazioni.
Il diamante lab-grown è un prodotto di fabbrica come tanti altri e quindi facile da reperire. I diamanti sintetici sono prodotti da compagnie private per il beneficio delle stesse e dei propri azionisti. Ulteriore considerazione nonché meno importante è l’enorme ammontare di elettricità consumato per la produzione di diamanti sintetici e quindi l’ingente danno all’ambiente che ne consegue.
È necessario dichiarare la natura del diamante qualora si tratti di un diamante fatto in laboratorio in modo che il consumatore abbia ben chiaro cosa stia comprando.
Il settore del diamante non risentirà della presenza del sintetico se ciascun operatore della filiera si renderà responsabilmente certificatore della provenienza della merce oggetto di vendita.
Bisogna inoltre fare marketing anche attraverso i social per raggiungere i giovani che non sono solo forse sensibili ad una certa informazione affinché possano comprendere maggiormente l’unicità del diamante e del suo specifico simbolismo.
Quindi il diamante sintetico resta un prodotto differente anche se simile al diamante naturale. Può essere una scelta alternativa per motivi economici ma il diamante naturale non ha paragoni perché è unico.

 

 

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